liardi
Eviaggiatore
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18/12/2011 15:25:48
“Marocco: dopo tre lunghi mesi dalla prenotazione del viaggio, trascorsi a studiare i suggerimenti delle guide turistiche e a fantasticare sulle foto dei paesaggi, finalmente all’alba del 17 aprile 2011 partiamo! Siamo in sette: tre adulti, due ragazzi e un bambino di nove anni, impazienti di immergerci nei colori, negli odori e nei suoni di cui tanto avevamo sentito decantare le meraviglie. Il viaggio è andato ben oltre le nostre migliori aspettative, perché i 250 kilometri di strada che mediamente abbiamo percorso ogni giorno, da Marrakech a Ait Benhaddou, fino alle dune di Erg Chebi, passando per Ouarzazate, poi via lungo la valle di Skuora fino alle cascate di Ouzoud e ritorno, sono stati un infinito susseguirsi di immagini fantastiche. E’ così trascorsa una settimana, sospesa tra risate e grida di meraviglia, tajine e scorpacciate di dolcissime arance, hotel scintillanti di luci e cristalli ed accoglienti e pulitissimi riad, souk misteriosi e il fumo succulento della Jemaa el Fna, persone sedute sopra un sasso in mezzo al nulla e uomini accoccolati a chiacchierare, incuranti delle donne curve sotto il peso di enormi cumuli di fieno, ragazzi in un villaggio di fango in cima all’Alto Atlante che navigano per il mondo con un p.c. portatile, il sole rovente sulla strada delle mille Kashba e la neve al passo Tizn n’Ticha, il vento che lancia frustate di sabbia sul viso dei ragazzi che a centinaia corrono in bici all’uscita da scuola, lo sguardo curioso di bambini timidi e scugnizzi sfrontati aggrappati ai vestiti, enormi cicogne in volo libero e l’odore acre del cumino, thè alla menta a ettolitri e pazienti contrattazioni, e poi ancora il profumo delle rose, il rosa del deserto all’alba e il rosso dei tappeti stesi ad asciugare sulla terra polverosa, e poi ancora l’allegria e la professionalità del nostro amico e guida Radoin e dell’autista Said , che non ci hanno fatto sentire la fatica, e ancora la bellissima famiglia di Radoin che ci ha ospitato a pranzo nella sua casa ai confini del deserto. E’ stato anche grazie a Radoin El Jakani, titolare con i suoi due fratelli della www.radoin-saharaexpeditions.com ([--]; parlano perfettamente italiano, francese, spagnolo, inglese, ecc….) che abbiamo potuto immergerci nella carne viva del Marocco e non solo sfiorarla da semplici turisti. Beh, ero scettica in proposito, ma il mal d’Africa esiste davvero ed è un nodo alla gola quando il carrello dell’aereo si stacca dalla pista e ti strappa dalle braccia della Madre, e l’unica cosa che vorresti è tornare tra quelle braccia sudaticce e polverose, ma morbide e calde. AFRICA MAMMA!
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