L’Hotel La Rosa dei venti propone ai suoi clienti un primo maggio d’inizio estate, da vivere in assoluto relax tra le pagode della spiaggia Carratois, i profumi della Sicilia sud orientale e i sapori tipici del mare. Il costo per n. 1 notte, per due persone, comprensivo di un pranzo o una cena (a scelta) è di 150 euro. Per chi sceglie la camera superior il costo è di 180 euro. Il resort, inoltre, offre gratuitamente ai propri ospiti la possibilità di usufruire utilizzare per un’intera giornata una pagoda e due lettini. Ma non è tutto. Per gli amanti della vela la struttura propone escursioni lungo una parte della costa sud orientale della Sicilia. La durata del viaggio è di 4 ore (dalle 9:30 alle 13:30 circa) al costo di 35,00 euro per persona (max 6 persone). Per fruire di questo servizio, occorre chiedere preventivamente disponibilità. Segnaliamo infine che dal 30 aprile al 2 maggio si terrà, presso il vicino borgo marinaro Marzamemi l’annuale Gewiss Regata. Domenica 2 maggio sarà possibile, per quanti lo desiderino assistere alla gara di ritorno a Malta.
L’hotel La rosa dei venti propone un percorso tra i sapori tipici e le tradizioni di una delle coste più belle e rilassanti della Sicilia sud orientale: Portopalo di Capo passero e Marzamemi, importante borgo marinaro della zona.
I clienti che pernotteranno nel nostro hotel potranno sabato pomeriggio*, a costo ridotto, degustare vini selezionati presso una delle cantine più rinomate della zona e deliziarsi di un tipico pranzo pasquale, dopo aver visto la tradizionale e folcloristica “Pace” che si svolge ogni anno alle ore 12:00 lungo il corso principale di Portopalo. Il Costo per n. 2 notti per 2 persone comprensivo del pranzo pasquale è di 210 euro
Il Costo per n. 2 notti per 4 persone comprensivo del pranzo pasquale è di 400 euro
Per avere maggiori dettagli e per conoscere il costo del percorso proposto chiama il numero 0931 844343 o inviaci una mail, sarai ricontattato da un nostro operatore.
* La degustazione si svolgerà dalle 15:00 alle ore 18:00 di sabato 3 aprile 2010
by Rosario il mercoledì 10 marzo 2010
alle 21:31
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L'antica Selinunte, rappresenta uno dei siti archeologici più belli ed interessanti della Sicilia. Fondata da coloni provenienti da Megara Hyblaea, comandati dall'ecista Pammilos, nel corso del VII sec. a.C, Selinunte prese il suo nome dal Sélinon, termine con cui veniva designato l'appio, sorta di prezzemolo selvatico dall' intenso profumo quando fiorito, che cresceva abbondante nella zona. Il sélinon compare anche sulle prime monete coniate dalla città. Negli ultimi decenni del VII e per tutto il VI secolo fino agli inizi del V, si ebbero immigrazioni successive di coloni megaresi con la fondazione di altre colonie nella Sicilia occidentale, tra queste Eraclea Minoa.
L'antica città, conobbe 200 anni di splendore forse anche grazie all'azione di un governo accorto dei tiranni che vi si sono succeduti. La prosperità della città è testimoniata dall'ampia zona sacrale e pubblica che si estende in tre zone distinte. All'inizio del V secolo , durante la guerra fra Greci di Sicilia e Cartaginesi (conclusasi con la battaglia di Himera nel 480), Selinunte preferì allearsi con Cartagine, dalla quale sperava di ottenere appoggio per contrastare la rivale Segesta. Ma nel 409 venne distrutta proprio ad opera dei cartaginesi di Annibale, che usò mezzi e misure ferocissimi: a detta di Diodoro Siculo furono sedicimila i morti selinuntini e cinquemila i prigionieri. Alla supplica dei superstiti di lasciarli liberi e di risparmiare i templi della città dietro il pagamento di una forte somma, Annibale accettò, ma una volta avuto il riscatto in mano, depredò i templi e distrusse le mura. Selinunte, sottomessa al dominio dei cartaginesi fino alla I guerra punica, venne fortificata e ricostruita: resti archeologici presentano nell’Acropoli un abitato misto, punico e greco e quasi tutte le abitazioni poste in luce sono intersecate da tombe punico-ellenistiche appartenenti ad una necropoli sorta su tutta la zona settentrionale di Manuzza tra il secondo quarto e la seconda metà del IV secolo a. C., con tombe terragne, a lastroni, a cappuccina o foderate con pietre a secco poste di taglio. L'assenza di botteghe artigiane in questo settore periferico della città fa avanzare l'ipotesi che la zona, data la sua posizione verso settentrione, possa aver avuto in quel periodo carattere prettamente strategico sino a quando i cartaginesi, alla fine del III secolo a. C, la rasero definitivamente al suolo per non farla cadere in mano ai Romani, trasferendo a Lylibeo la popolazione di Selinunte. Piccole comunità ne frequentarono l'acropoli in epoca bizantina e araba. Poi, di Selinunte si perse anche il nome.
In realtà, la vera origine del definitivo abbandono di Selinunte non si è ancora totalmente compresa. Disseminati in una zona semi-desertica, dato che il luogo non è più stato abitato, i templi in rovina innalzano ancora al cielo le loro imponenti colonne, e gli edifici, ridotti ad un cumulo di pietre probabilmente a causa di un terremoto, avvenuto presumibilmente nel X o XI sec., creano un'impressione di estrema desolazione. Nella seconda metà del XVI secolo, l’antica città fu riscoperta dallo storico monaco domenicano Tommaso Fazello che ne identificò correttamente l’ubicazione, ma solo nel 1825 ebbero inizio i primi scavi archeologici di Selinunte ad opera di due architetti inglesi, Harris ed Angeli, che vi scoprirono alcune delle metope che ora si trovano presso il Museo archeologico regionale di Palermo. Da allora sono continuati quasi ininterrottamente e continuano ancora oggi; data la vastità della zona, gran parte della città resta ancora sotto terra.
Nel sito archeologico di Selinunte, molto vasto e particolarmente suggestivo data la vicinanza di un mare splendido, si distinguono tre zone: - La prima, sulla collina orientale, raggruppa tre grandi templi di cui uno è stato rialzato nel 1957. - La seconda, sulla collina occidentale e cinta da mura, è l'Acropoli, a nord della quale sorgeva la città vera e propria. - La terza, a ovest dell'Acropoli, oltre il fiume Modione, era un'altra area sacra con templi e santuari. Da ricordare le due Necropoli (Manicalunga e Galera Bagliazzo).
by siculoviaggiante il domenica 17 maggio 2009
alle 16:17
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mercoledì 11 marzo 2009
alle 11:08
Comune di Pozzallo
primo Novecento è legata la costruzione del Palazzo Comunale. Progettista l'architetto Giovanni Raimondi di Roma, ospite a Pozzallo del Marchese Corrado Tedeschi e autore del progetto della Cappella Gentilizia sita nella villa Tedeschi dello stesso Marchese.
Al progetto del Raimondi, datato 1923, vengono apportate dall'ingegnere Giuseppe Carrabba di Scicli, nel 1924, alcune modifiche architettoniche. Nella realizzazione del 1926 viene conservata la forma ad U del fabbricato, ottenuta con l'innesto di due corpi laterali avanzati rispetto al corpo centrale e principale dell'edificio.
La linearità architettonica del Palazzo, la luminosità conferitagli dal ritmico alternarsi di finestre simmetricamente disposte e la verde cintura della Villa Comunale, riassumono ed illustrano l'originale scelta del luogo.
by siculoviaggiante il mercoledì 11 marzo 2009
alle 11:08
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