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Viaggio di nozze in Patagonia

lunedė 27 settembre 2010 alle 22:36

Il viaggio č al termine

25 settembre 2010 – ore 8.00

E' arrivato l'ultimo giorno e con lui l'ultima nostra avventura: oggi andremo a vedere le cascate di Iguazù dalla parte brasiliana.... Il confine brasiliano offre una visuale completa della cascate, riesci a vederle tutte insieme. Favolose. Come dirvi: vedere per capire. Dovete venire in questo luogo perché le persone, la natura, le capacità di organizzazione del turismo sono squisite.

Purtroppo siamo alla fine, ci rimangono gli ultimi pesos per fare un pranzo veloce alla Barraca da Mirian!!! Vi giuro che non ho visto mai un posto più particolare di questo, praticamente è una baracca in lamiera in mezzo a tante altre, insieme danno vita al caratteristico mercatino di Puerto Iguazù. Ci sediamo e prendiamo una birra, un'acqua, due empanadas e una picada che consiste in un vassoio misto di salumi, formaggi e olive. Ovviamente non ci sono listini, è tutto un po' così. Tra di noi ci diciamo: “Speriamo ci bastino i soldi”. Arriva la birra ed è una bottiglia da un litro.... e sapete quanto costa? Solo 8 pesos. Poi arriva la picada, la ragazza ci serve il vassoio e scrive nalla comanda il costo: 20 pesos. Incredibile quanto sia abbondante il vassoio. Bene, poi arrivano le empanadas: speciali, calde e cotte in forno. Il totale costo del nostro pranzo è di 34 pesos. Rimaniamo senza parole, abbiamo mangiato in due con 7 euro. Questi sono i luoghi di cui vive la gente locale, sono questi i posti dove vanno la maggior parte delle persone. Non ci siamo fatti troppi interrogativi, del tipo se saranno puliti o no... No, non sono puliti, ma questo è il loro mondo e non spetta certo a noi giudicarlo!La gente vive in condizioni che ti riportano indietro nella storia, ma il loro livello di organizzazione è spettacolare. Il nostro viaggio di nozze è finito, sicuramente ce lo porteremo dentro al nostro cuore per sempre.

by Eleonora il lunedė 27 settembre 2010 alle 22:36 Commenti ( 0 )


lunedė 27 settembre 2010 alle 22:34

Le cascate di Iguazų

24 settembre 2010 – ore 7.45

I nostri due ultimi giorni li abbiamo trascorsi ad Iguazù (ovvero il luogo dove c'è molta acqua), un posto fantastico, la jungla argentina. All'aeroporto abbiamo trovato Daniel ad attenderci, ci ha aspettato per ben 2 ore e mezza perché l'aereo da Buoenos Aires è partito in ritardo. Ma tralasciamo questo piccolo incidente e torniamo alla jungla. Daniel ci fa fare subito la carta di imbarco per il giorno dopo, quello in cui faremo il nostro ritorno a casa. Poi, appena arrivata la macchina, saliamo e siamo già pronti per la prima escursione durante la quale vedremo le cascate dal lato argentino. L'autista si chiama Gustavo, anche lui di origini italiane. Bene, per fortuna ci siamo portati solo uno zaino, così può iniziare subito la nostra avventura. Ragazzi sono bellissime. Dopo un breve percorso all'interno della jungla, durante il quale riusciamo anche a vedere le scimmie cappuccino (quelle che vivono qui), raggiungiamo il luogo da cui prenderemo un piccolo motoscafo che ci porterà proprio sotto alcune di queste cascate meravigliose. Un vero e proprio bagno ci attende, è meglio mettersi il costume (noi nella fretta ce lo siamo dimenticato....). L'arcobaleno visto da sotto la cascata di acqua è una delle bellezze che solo la natura può dare . E' stato divertente perché poi il capitano del motoscafo, ovviamente, si è divertito a farci bagnare. Ma che importa, è caldo, c'è un sole fantastico e ben presto saremo di nuovo asciutti (più o meno!!!).

Finito il giro, di corsa a raggiungere Daniel che ci sta attendendo da un'altra parte del parco per la passeggiata che ci porterà alla gola del diavolo, così detta perché è lì il punto dove tutta l'acqua viene inglobata. La forza dell'acqua qui ha una potenza incredibile e il frastuono che produce è assordante. Nonostante il fatto che abbiamo fatto una vera e propria maratona, siamo riusciti a vedere tutto quanto di più bello offra questo luogo. La serata, ovviamente, può concludersi solo in un tipico ristorante del luogo dove ci concediamo l'ultima bistecca argentina.

by Eleonora il lunedė 27 settembre 2010 alle 22:34 Commenti ( 0 )


sabato 25 settembre 2010 alle 03:37

Punta Tombo

23 settembre 2010 – ore 7.30

Eccoci di nuovo pronti per partire all'avventura di un nuovo giorno. Dopo una abbondante colazione (ieri sera non abbiamo cenato perché troppa era la stanchezza) verso le 9 ci passano a prendere e partiamo alla volta di Punta Tombo!!!! E' qui che tutti gli anni, a partire da settembre, arrivano circa 500mila pinguini a riprodursi e covare le uova. In questo periodo sono arrivati soprattutto i maschi, le femmine non sono ancora molte ma siamo fortunati perché assistiamo ad un accoppiamento. Questi pinguini sono piccoli non sono grandi come quelli dell'antartide e sono detti, appunto, pinguini di magellano nel nome del primo italiano che li ha scoperti. Nel diario di bordo della nave di Magellano c'è riportato il primo avvistamento di questi animali acquatici: “...oggi abbiamo visto delle strane papere, nere e bianche...”. Come ho già detto il maschio arriva prima della femmina, raggiunge il covo e lo prepara. Gli studiosi hanno constatato che ogni pinguino raggiunge sempre lo stesso nido e, quindi, le coppie sono sempre le stesse. Bene, avete mai camminato in mezzo ai pinguini? Qui potete farlo, anzi dovete dar loro la precedenza in caso di attraversamento. Sono tanti, anche se siamo solo all'inizio del loro arrivo. Veramente ovunque li puoi vedere e soprattutto camminano accanto a te. Incredibile: sono così “buffi”!! Ovviamente non si possono toccare anche perché sono sì molto carini ma hanno anche un bel beccuccio e un loro morso può essere doloroso. Devo dire che qui hanno molto rispetto per gli animali e la natura: in fondo è la loro ricchezza e dovremmo imparare questo anche noi; portare maggiore rispetto alla nostra terra che, sebbene non accolga pinguini o balene, è ricca di bellezze altrettanto uniche. Ah, prima di beccare questi animali sicuramente soffiano, come le papere; lo posso dire perchè forse uno di loro si è avvicinato un po' troppo Fede e guardandolo soffiava... fino a che Fede non se n'è andato!

by Elenora il sabato 25 settembre 2010 alle 03:37 Commenti ( 0 )


sabato 25 settembre 2010 alle 03:32

Punta Delgada - l'alba...

22 settembre 2010 – ore 6.30

… Sveglia prestissimo alle 6 e 30 e via a vedere sorgere il sole sull'oceano. Ci vestiamo velocemente e appena aperta la porta troviamo la nostra guida ad aspettarci. Ci porterà in un posto vicino sulla scogliera da cui ammireremo alla nascita di un nuovo giorno. Non ho mai visto niente di più spettacolare: i colori sono intensi e la luce è veramente forte. Gli elefanti la mattina sono molto attivi: si muovono molto e i piccoli sono sempre attaccati alle loro mamme. Però, non è tutto meraviglioso anche tra di loro, infatti ci sono alcune mamme che rifiutano il proprio piccolo e, così, ci sono alcuni bebé che vagano in cerca della mamma che li ha abbandonati. Questa è la natura! Ci muoviamo sempre molto lentamente, senza farsi vedere, arri22 settembre 2010 – ore 6.30

viamo loro molto vicini. Sono enormi, e anche se molto pesanti hanno una buona agilità.... non vorrei mai trovarmi un elefante che mi corre dietro... Stiamo là, ad osservare l'infinito: non ci sono confini tra cielo e acqua. Non ci crederete ma nel frattempo è già trascorso una ora e mezza e così la nviamo loro molto vicini. Sono enormi, e anche se molto pesanti hanno una buona agilità.... non vorrei mai trovarmi un elefante che mi corre dietro... Stiamo là, ad osservare l'infinito: non ci sono confini tra cielo e acqua. Non ci crederete ma nel frattempo è già trascorso una ora e mezza e così la nostra guida ci propone di andare a fare colazione per poi raggiungere un nuovo posto da cui continuare ad osservare i nostri amici elefanti. Che dirvi: la colazione è ottima. E' il primo posto che trovo dove servono la spremuta d'arancia fatta con le arance vere. I dolci sono fatti a mano, insomma è tutto perfetto. Lo consiglio a tutti. Al termine della colazione ci trasferiamo ancora in riva al mare, in una piccola caletta, e continuiamo ad osservare lo spettacolo fantastico che caratterizza questo pezzo di mondo.

Ancora per un po', per portarlo nel cuore per sempre.

E' già mezzogiorno, ci avviamo verso il ristorante dove ci hanno raggiunto i nuovi compagni di viaggio che ci riporteranno in città.. Pranziamo insieme e partiamo, domani ci attende la visita a Punta Tombo, nella più grande colonia di pinguini al mondo.

by Eleonora il sabato 25 settembre 2010 alle 03:32 Commenti ( 0 )


giovedė 23 settembre 2010 alle 04:11

Punta Delgada

21 settembre 2010 – ore 17.30

Siamo arrivati al faro di Punta Delgada e già da fuori si respira l'aria di quella che sarà l'esperienza più grande, la più affascinante, la più emozionante, la più romantica del nostro viaggio, nessun'altra penso che possa lasciare il segno come questa. Una serie di edifici, saranno cinque o sei, ci accolgono in mezzo ad una pianura incontaminata e brulla. Dietro di essi si staglia un antico faro rosso con il tetto nero, molto caratteristico considerando che qui intorno non c'è niente, solo un piccolo cartello poco distante avverte che siamo sul bordo di una pista di atterraggio; non abbiamo capito chi e dove potesse atterrare ma ci crediamo, qui può succedere di tutto. Entriamo nel primo edificio di fronte a noi, il ristorante, dove siamo accolti da una insolita gentilezza; avevamo già provato la cordialità argentina, ma questa è ancora più calorosa. Ci sediamo e dopo poco tempo ci prendono l'ordine e ci portano i nostri piatti. Poco importa se non arriva una portata, dobbiamo andare via a vedere gli elefanti marini: la nostra guida Laura ci presenta a Gonzalos, è lui che si occupa della reception, che ci propone di segnare il pranzo e pagare domani quando andiamo via, così possiamo andare con i nostri compagni verso la zona di avvistamento. Gli elefanti marini sono giganti. Laura ci spiega come vivono, degli harem che i maschi più forti formano a discapito degli altri “maschi periferici”, i quali aspettano una distrazione del “titolare” per soffiargli una elefantina e accoppiarsi. Dal vivo sono davvero grandi e al contrario dei leoni marini non emanano nessun cattivo odore...

Risaliamo verso il bus dopo un'ora circa, sembra che siano passati cinque minuti, e veniamo accompagnati fino all'inizio della strada che ci porterà di nuovo al faro. Salutiamo tutto il resto del bus e scendiamo; una volta rimasti noi due soli ci rendiamo conto di essere davvero in mezzo alla steppa patagonica: il silenzio è assordante, solo l'urlo dei gabbiani spezza il silenzio, è una sensazione strana, ma rilassante. Se prima il cortile del ristorante era pieno di bus adesso è completamente deserto, due persone sono sulla porta ad aspettarci, le riconosciamo perchè una delle due ci ha servito il pranzo. L'altra si presenta spiegandoci che ci deve portare alla nostra stanza. Non vediamo l'ora di vedere che cosa ci riserva questo fantomatico faro di cui ci hanno così tanto parlato..

La ragazza è molto carina e gentile, ci da la chiave, ci dice di non bere l'acqua che esce dal rubinetto perchè è salata, che la corrente viene accesa dalle 18 alle 9 del mattino seguente per ricaricare le batterie delle macchine fotografiche e ci propone di fare una escursione con lei alle 17.30. Accettiamo e andiamo un'oretta in camera a sistemare le nostre cose. Ci ritroviamo puntualissimi con la nostra guida che ci fa salire su un defender bourdeaux e si avvia nella stessa direzione del bus poche ore prima. Ad un certo punto devia il percorso e cominciamo a parlare in inglese del luogo che andremo a visitare: la scogliera a picco sull'oceano. Arriviamo e la vista che ci si pone di fronte ci fa rimanere senza parole, siamo eccitatissimi e vediamo gli elefanti sotto di noi, siamo molto alti rispetto a loro, ma sono proprio sotto di noi!! La ragazza inizia a camminare verso la punta della scogliera, noi la seguiamo ma non possiamo immaginare che ci farà scendere proprio sulla spiaggia! Una volta scesi per tutta la scogliera senza intoppi, camminiamo bassi, accucciati per non dare fastidio agli animali che sono a poche decine di metri da noi.. Osserviamo un maschio enorme mentre fa il bagno, sente la nostra presenza ma non sembra che gli importi molto. La nostra attenzione però viene attratta da un altro magnifico esemplare, anche lui un maschio periferico, che sta sguazzando dentro una piscinetta naturale. Ci avviciniamo molto a lui, saremo al massimo a 10 metri, non di più, l'esperienza più forte del viaggio. Il verso che fanno questi animali sembra un ruggito, quello dei maschi poi è potentissimo.. Stiamo lì per tantissimo tempo, lui ci guarda e noi lo fissiamo a nostra volta, ha delle macchie di sangue sul collo, probabilmente è reduce da qualche battaglia per la gestione dell'harem. Osserviamo anche le piccole otarie, i lobos, che nuotano curiose vicino a lui e ci guardano anche loro durante le loro evoluzioni.. Ora però Eleonora comincia ad avere un po' paura perchè sembra quasi che i latrati che l'elefante emette abbiano un tono un po' minaccioso. Tutti i ruggiti degli altri un po' più distanti si incanalano nelle pareti curve della scogliera e ci vengono riprodotti fedelmente dietro di noi, come se fossimo realmente circondati. Inoltre si è fatto anche tardi, sono già le otto e il sole ha iniziato a tramontare, il freddo comincia a farsi sentire e così la nostra amica guida decide che è il momento di tornare ai piani superiori e andare a sistemarci per la cena. Che giornata indimenticabile. Finalmente ci presentiamo, la guida si chiama Cocheline (non so come si scrive) e ci chiede se l'indomani mattina saremmo disposti a vedere l'alba con gli elefanti marini.. Ovviamente non vediamo l'ora, andiamo in camera, ci prepariamo, corriamo a fare una ottima cena e poi subito a letto nella nostra cameretta con negli occhi ancora la vista degli occhi del nostro amico elefante..

by Federico il giovedė 23 settembre 2010 alle 04:11 Commenti ( 0 )


giovedė 23 settembre 2010 alle 04:08

Da El Calafate a Punta Delgada

20 settembre e 21 settembre 2010 – ore 7.45

Oggi 20 settembre abbiamo fatto un'altra escursione in catamarano per visitare gli altri ghiacciai, l'Upsala a cui purtroppo non possiamo avvicinarci a causa di una gigantesca massa di blocchi di ghiaccio che chiudono il passaggio al canale e il ghiacciaio Spegazzini, il più alto dell'Argentina con i suoi 70 metri di parete di ghiaccio. Inutile stare a ripetermi sulle emozioni che si provano alla vista di questi giganti di ghiaccio, così come assistere alla rottura di una parete del ghiacciaio Perito Moreno..

Così in serata ci siamo imbarcati sul volo diretti a Trelew, ad aspettarci non c'è la guida italiana, la troveremo solo domani per accompagnarci a PuertoPiramide a vedere le balene, ma c'è un simpatico signore col quale parliamo in inglese del più e del meno durante tutti i 40 chilometri che ci separano da Puerto Madryn dove siamo alloggiati. L'hotel Tolosa è molto bello e confortevole, tra l'altro un collegamento wireless per ogni piano non l'avevo mai trovato fino ad oggi..

Questa mattina, 21 settembre, dopo una accurata e attenta colazione dolce e salata come oramai abbiamo imparato a fare, è arrivata la guida italiana, Laura, che durante il trasferimento da Puerto Madryn a Punta Piramide ci illustra un po' l'economia della città, nota per l'estrazione della bauxite, la trasformazione in alluminio e l'esportazione. Appena partiti dall'hotel però la nostra attenzione è catturata dalle balene, già ben visibili in lontananza che danzano nelle acque del Golfo Nuevo. Arrivati a destinazione ci mettono un bel salvagente intorno al collo e ci fanno salire su un gommone per cominciare la nostra avventura di Whale Watching... Neanche siamo entrati in acqua che cominciamo a scattare foto su foto perchè di balene ce ne sono veramente tante; è il periodo dell'allattamento e della riproduzione quindi stanno qui fino a fine novembre ci dice Laura.. E' un'emozione unica vedere questi enormi mammiferi che si muovono elegantissimi e delicati.. Vengono fin sotto al nostro gommone a farsi vedere, sembra che quasi ci godano a farsi fotografare e noi non vogliamo far loro nessun torto, quindi fotografiamo e riprendiamo a non finire..

 

... le balene viste da vicino sono enormi. Veramente bellissime. Abbiamo anche avuto la fortuna di assistere ad una mamma che ha sbattuto più volte la coda per richiamare i piccoli. Impressionante, unico spettacolo. Non credo che mi capiterà molto spesso di rivivere una giornata simile. Devo dire che sono molto tranquille, vengono proprio vicine al gommone, nessuna paura, davanti a noi si muovono con tutta la loro maestosità.

Al termine del giro, scendiamo dal gommone e ci prendiamo un caldo caffé perché, comunque, abbiamo preso un po' di freddo!!!! E poi di corsa di nuovo sul pullman che ci porta a Punta Valdes dove, finalmente, vediamo i pinguini!!!! Sono veramente simpatici: stanno covando le uova in questo periodo e curiosità del pinguino di magellano (e cioé la specie che vive qui) è che la coppia che si forma rimane tale per tutta la vita. L'unica nota è che dopo essersi incontrate per accoppiarsi, da settembre ad aprile, le coppie si separano per quattro mesi... come dire”fanno le vacanze separati”. E' un animale pacifico e molto amante di se stesso: si piace!!!

…. Dopo i pinguini riprende il nostro viaggio e arriviamo al famoso Faro di Punta Delgada, dove trascorreremo la notte. Un posto letteralmente isolato dal resto del mondo, non prendono telefoni e non c'è alcuna connessione internet. Isolati, immersi nella steppa patagonica dove l'unico rumore che è possibile sentire è quello degli elefanti marini... ragazzi ora sì che questo viaggio dà tutte le emozioni narrate da altre esperienze. Devo dire che a parte Ushuaia che non mi ha entusiasmato, da El Calafate in poi è stato un crescendo di bellezze.

by Eleonora e Federico il giovedė 23 settembre 2010 alle 04:08 Commenti ( 0 )


lunedė 20 settembre 2010 alle 22:49

El Calafate e i suoi ghiacciai

19 settembre 2010 – El Calafate

Siamo arrivati finalmente a El Calafate e con noi anche la mia valigia!!!! Siamo qui da ieri ma è oggi che inizia la nostra vera avventura in questa nuova cittadina. Finalmente un cittadina molto turistica e molto curata... come dire sembra di respirare un po' di aria dei nostri paesini turistici. L'aeroporto è stato costruito solo nel 2000 e con la sua realizzazione si è praticamente sviluppato in via esponenziale il turismo in questo luogo. In soli 10 anni la popolazione è passata da circa 3.000 abitanti a 25.000.... incredibile ma vero!!!! E' veramente carino, è il posto che, fino ad oggi, mi colpisce di più e mi piace. Ieri abbiamo passeggiato un po' per il paese ed abbiamo cenato in un ristorante tipico, “La Tablita” . Fede ha mangiato il tradizionale agnello, “il cordero”, ed io la bistecca. Lui dice che è delizioso, a me l'agnello non piace per cui vi posso dire della bistecca: ottima.

Ed eccoci alla mattina del 19... pronti per andare a visitare, finalmente, il ghiacciaio Perito Moreno. La guida è veramente carina, come tutte quelle incontrate lungo il percorso. Il ghiacciaio dista circa 80 Km dal nostro albergo e la sua bellezza ci appare improvvisa dopo la cosiddetta “curva del sospiro”: solo dopo aver visto questo spettacolo è possibile capire perché è chiamata così. Il ghiacciaio è di un coloro turchese, affascinante nella sua grandezza e impressionante per la sua altezza (circa 60/70 metri). Facciamo subito la navigata con il catamarano e dopo lo ammiriamo dai balconi del Calafate... bellissimo. Non ci sono parole per descrivere tali bellezze della natura: vi consiglio di visitare questo spettacolo perché non saprei davvero come rappresentarvelo a parole... Un abbraccio Ele.

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Bene, provo io a spiegare le mie sensazioni alla vista di questo spettacolo della natura. Un ghiacciaio di una imponenza spaventosa; nella mente di molti di noi ghiacciaio significa “montagna ricoperta di ghiaccio che non si scioglie mai”... Bene, questo non è così, è solo ghiaccio; dai 60 metri sul livello del mare ai 120 metri di profondità. Un muro di ghiaccio con una miriade di varietà di celeste, dal più chiaro al più scuro che cambia a seconda di come viene illuminato... questo sì, è indescrivibile. L'emozione è forte quando si svolta la curva del sospiro, un muro di ghiaccio si staglia davanti a noi, per ora solo in lontananza, ma è comunque uno spettacolo da immortalare con decine di fotografie. Ripartiamo dopo un quarto d'ora in direzione del porto e ci imbarchiamo sul catamarano che ci porta dritti sotto la parete di ghiaccio del Perito Moreno. Non possiamo avvicinarci troppo naturalmente, il rischio di incidenti in caso di crollo di un pezzo di parete sarebbe troppo elevato. Ci facciamo così decine e decine di foto da tutti gli angoli possibili e immaginabili, Cerco di fotografare tutte le crepe nella parete con tutte le sfumature di colori che portano con sé, spero che si stacchi un pezzo di ghiaccio per fare la foto del secolo ma non succede, mi accontento delle crepe e dopo un'ora di navigazione rientriamo al porto. Ci dirigiamo con il bus ai balconi costruiti appositamente di fronte alla parete nord del ghiacciaio per osservarlo da vicino. Appena attiviamo al parcheggio il ghiacciaio si manifesta in tutta la sua imponenza, quello di cui non ci eravamo resi conto dal basso è la sua superficie, circa 250 chilometri quadrati di ghiaccio, una distesa sconfinata che si estende oltre la nostra vista. Cominciamo a scendere, dei rumori sordi, dei veri e propri colpi di fucile accompagnano la nostra discesa. Arriviamo al belvedere della prima balconata e dopo poco tempo il ghiacciaio decide di regalarci uno show unico nel suo genere, il crollo di un pezzo di parete. Uno sparo e un gran polverone di ghiaccio si va a formare sulla parete, mentre il blocco caduto in mare genera un'onda che mette in fuga il catamarano che stava osservando, ovviamente già a distanza di sicurezza, ma è meglio ugualmente allontanarsi. Subito dopo un altro pezzo si stacca dallo stesso punto, è la nostra giornata fortunata! Decidiamo di muoverci lungo la passerella che ci porta alla balconata nord, i rumori simili a spari non ci abbandonano mai e ci spiegano che probabilmente quando non vediamo nulla cadere in acqua è perchè poi alla balconata inferiore dove assistiamo ad un altro piccolo crollo e ritorniamo indietro perchè la fame comincia a farsi sentire. Dopo un panino torniamo di fronte al ghiacciaio, dove regna il silenzio. Da questo momento fino all'ora del ritrovo con gli altri compagni di viaggio solo un piccolo crollo anima l'attesa. Per il resto tutto tace, sembra che anche Perito Moreno sia andato a pranzo... Torniamo all'hotel infreddoliti ma contenti, consapevoli di aver vissuto un'esperienza irripetibile.

Hasta luego!

by Eleonora e Federico il lunedė 20 settembre 2010 alle 22:49 Commenti ( 0 )


sabato 18 settembre 2010 alle 16:26

Ushuaia e la sua neve

17 settembre 2010 – ore 18.30

Dopo un breve riposo in hotel, alle 18.30 scendiamo nella hall ad attendere il bus che ci porterà ad una vicina baita dove trascorreremo la serata. Appena arrivati ci aspetta una ciaspolata (la classica passeggiata sulla neve con le racchette ai piedi). E' molto divertente perché mano a mano cala la notte e quindi è veramente emozionante camminare in mezzo al bosco innevato nel silenzio del buio. Siamo con altre persone, quasi tutti brasiliani. Non c'è un italiano in giro.... e soprattutto nessuno parla né italiano né inglese, io non capisco nulla mentre Fede ha questo spiccato senso di intendere le lingue e riesce a capire più o meno tutto.

Dopo la camminata, ci aspetta il giro sulle moto slitte, ovviamente guida Fede. Davanti a noi l'accompagnatore con la sua moto che ci fa da apri pista e Via..... Tutto bene, a parte che Fede pensa di essere un pilota e così si finisce in “fossetta”, niente di male: riusciamo a rimettere in pista la moto e partire di nuovo. Fa freddo ma non troppo, soprattutto è buio ed è molto affascinante la foresta di notte. Bene, non è finita perché ora inizia la parte più bella e cioé la passeggiata sulla slitta trainata dai cani. E' stato molto divertente, quei cani sono stati bravissimi, hanno una forza esagerata. Adesso,però, il freddo inizia a farsi sentire e al termine del giro corriamo dentro al rifugio dove ci attende una fonduta per cena. Oltre a verdure lesse e pane, vi è anche della carne di agnello: anche se il sapore è diverso dal nostro agnello a me, scusate, non è piaciuto e si sente che è agnello non è vero che non si sente. Il formaggio, però, è ottimo e quindi mi arrangio. Devo dire che si mangia bene, ma ci sono delle cose che mi mancano molto: il caffé e la cucina toscana. Lo so è un grande limite ma dopo qualche giorno ne sento la nostalgia. Non mi fido a mangiare frutta o verdura fresche, l'acqua (dicono che sia potabile) scorre dai rubinetti con un colore marrone..... a parte questo, Ushuaia è bella però accindenti non hanno il senso della bellezza estetica: ognuno costruisce come gli pare e soprattutto il paese non è assolutamente curato. …....... Un abbraccio e un saluto a tutti, Eleonora

by Eleonora il sabato 18 settembre 2010 alle 16:26 Commenti ( 1 )


sabato 18 settembre 2010 alle 16:15

Parco Nazionale di Tierra del Fuego

17 settembre 2010 – ore 8.45

Oggi abbiamo in programma la visita al parco nazionale e in serata una escursione sulla neve. Mariano verrà a prenderci presto perchè il parco è grande e c'è da camminare un bel pò.. Facciamo colazione e alle 8.45 saliamo sul bus con la nostra guida che inizia a spiegarci un po' di storia della Patagonia, i popoli indigeni, la guerra per conquistare le terre da parte degli inglesi e degli spagnoli, lo sterminio delle popolazioni autoctone. Come in tutte le parti del mondo anche qui c'è la legge del più forte. Arriviamo vicino al parco e dobbiamo scegliere se fare la visita del parco con il treno e iniziare il nostro giro a piedi dopo un'ora, o iniziare subito a piedi. Scegliamo la seconda opzione, che si rivelerà poi la più giusta perchè a quell'ora nel parco ci siamo solo noi, tutti si fermano al treno. Il paesaggio che ci si presenta di fronte è molto brullo, neve rocce e arbusti da per tutto, la strada non è asfaltata ma è ben battuta. Ci fermiamo di fronte a un sentiero e scendiamo. Inizia da qui il nostro viaggio all'interno del Parco Nazionale di Tierra del Fuego. Siamo circondati dai monti, dietro di essi l'Antartide. Prendiamo il nostro sentiero in direzione del Lago Negro, chiamato così a causa del colore del fondo, nero di torba. E' una torbiera gigante, gli studiosi utilizzano la torba per capire l'era geologica a cui appartiene un luogo, ma originariamente gli Yamana, il popolo indigeno, utilizzava queta terra e per conservare il cibo e i corpi dei defunti. E' interessante scoprire come tutto qui fosse ricoperto di ghiaccio, una laguna enorme racchiusa da monti bianchi di neve e ghiaccio. La vegetazione qui è composta soprattutto da felci molto basse, a causa del freddo, e degli alberi chiamati Nire, della famiglia dei nostri faggi, sono quasi tutti ricoperti di cespugli che si rivelano poi parassiti e da funghi bianchi. I tronchi inoltre sono per la maggior parte verdi di licheni. Non sembra però che tutto questo uccida gli alberi, sembra piuttosto che abbiano trovato un giusto compromesso per vivere in simbiosi. Usciamo dal Lago Negro e torniamo sulla strada, dobbiamo attraversare per passare sull'altro versante del parco. Appena entriamo ci rendiamo conto che la vegetazione è completamente diversa, in un primo tempo una vasta steppa ci si para davanti, ma man mano che procediamo ci addentriamo in un bosco rigoglioso. Conosciamo il Lenga, il Coihue, il Canelo che danno frutti come il pepe e la vegetazione bassa formata da arbusti vari e Calafate. Saliamo fino a un belvedere, lo spettacolo ci lascia senza fiato. La baia di Lapataia, una enorme insenatura che finisce nel canale di Beagle, Scopriamo che tutto intorno, il parco e i laghi, in antichità non erano altro che un fiordo, rimasto poi isolato dal resto del mare con il ritiro delle acque. Per questo non c'è acqua dolce, ma solo salata. L'unica acqua dolce che si trova è quella dei ruscelli che scendono a valle durante lo scioglimento estivo delle nevi. Scendiamo dal mirador e andiamo ad ammirare la baia dalla sua costa.

Anche da qui lo spettacolo e' assicurato, incontriamo degli ibis, degli uccelli grandi bianchi e neri con un lungo becco, il loro nome ricorda gli uccelli che si trovano incisi nella roccia delle tombe egizie.. Ed effettivamente le sembianze sono quelle.. Scendiamo fino ad un altro belvedere e ci gustiamo in silenzio il panorama. Delle piccole oche stanno facendo il bagno mentre ancora regna il silenzio. Decidiamo di togliere il disturbo e andarci a riscaldare in un vicino chalet a poca distanza. E' un camping attrezzato, uno chalet in piena regola come si trovano nelle nostre montagne. Al suo interno un piccolo bazar che vende un po' di tutto e un bar ristorante. Prendiamo un "caffe' ", o meglio quello che chiamano caffe', e parliamo con Mariano che molto gentilmente e accuratamente ci spiega per filo e per segno come si fa il mate, la tipica bevanda argentina simbolo di amicizia e fratellanza. Si consuma da soli in riflessione, o iun compagnia, ma sempre bevendo da una sola bombilla, una sorta di cannuccia d'argento con un filtro alla sua estremita'. Dopo una mezz'ora decidiamo che e' il momento di rientrare, sono quasi le 13 e abbiamo camminato per chilometri senza accorgerci di nulla. Saliamo sul bus e rientriamo all'hotel; stasera alle 18.30 ci vengono a prendere per andare a fare una escursione sulla neve... A stasera..


 


 

by Federico il sabato 18 settembre 2010 alle 16:15 Commenti ( 0 )


sabato 18 settembre 2010 alle 15:38

Ushuaia

 

16 settembre 2010 – ore 14.00

Scendiamo dall'aereo e ritiriamo senza intoppi la valigia. Conosciamo Mariano che durante il trasferimento verso l'hotel Altos Ushuaia ci dà qualche informazione sulla piccola cità di Ushuaia. Notiamo che le case non sono curate in alcun modo, la lamiera anche qui la fa da padrona ma sembra che tutto sia normale, anzi le persone che incontriamo non sembra soffrano di alcuna mancanza di comodità. I cani randagi sono ovunque ma non danno fastidio, il freddo è pungente ma non ci impedisce di prenotare la gita con il catamarano a motore che ci farà visitare il canale di Beagle. Alle 15.30 siamo sul catamarano seduti in attesa della partenza. Il vento è ancora più forte e ci comunicano che la Prefectura marina ha chiuso per il momento il canale per evitare incidenti; dovremo aspettare mezz'ora prima che il canale venga riaperto e ci consenta di allontanarsi dalla banchina e prendere il largo. Appena siamo in mare aperto mi precipito fuori, non voglio perdere niente di quella che so di essere una delle esperienze più belle di questo viaggio. Le mani si congelano man mano che ci allontaniamo dalla riva, ma questo non mi impedisce di scattare una quantità indefinita di foto. Il faro de La fine del mundo è davanti a noi, non è quello descritto nel romanzo di Julio Verne, quello è più a sud, ma prende il nome dalla regione in cui si trova e a giudicare dalla temperatura e dal paesaggio inospitale per me potrebbe anche essere lui. Vediamo in lontananza l'isola Navarino, altre piccole isole cilene e argentine e ci avviciniamo a gran velocità verso l'isla de los lobos. Ci accorgiamo dell'isola perchè l'odore nauseabondo dei leoni marini ci avvolge completamente. La visione di questi pacifici animali però è emozionante. Non ci sono pinguini purtroppo, ancora non siamo nel periodo giusto, ma l'isola è piena di cormorani e leoni marini che si fanno fotografare come modelli navigati. Continuiamo la nostra gita, facciamo il giro dell'isola e ci dirigiamo verso l'isola dove scenderemo dalla nave e potremo farci un giro alla scoperta della natura autoctona. A dire il vero di natura qui ce n'è ben poca, tutta l'isoletta è una distesa di erba e sassi, la guida argentina spiega che a 1000 chilometri a sud c'è l'antartide e a 4000 il polo sud. Capiamo perchè fa freddo, sta soffiando un vento fortissimo da sud...

Finiamo il giro e saliamo sul nostro catamarano sulla via del porto. Conosciamo Marty e il suo papà, italiani trasferiti da Milano a Buenos Aires da soli sette mesi. Sono a Ushuaia in “settimana bianca”, ci dice Marty che c'è la nazionale italiana di sci ad allenarsi. La guida ci dirà che sono tante le nazionali europee di sci che vengono ad Ushuaia per trovare la neve quando da noi non c'è. Arriviamo in porto e decidiamo di tornare in albergo, per oggi va bene così. Per la cena optiamo per il nostro hotel, che non tradisce le aspettative. Ci hanno detto di mangiare la Centolla, i frutti di mare che dicono essere divini e l'agnello. Cominciamo con la prima, un granchio gigante che pescano ancora artigianalmente e solo qui. E' infinitamente buono, un sapore delicato che si mescola al sapore del mare, non ho mai mangiato niente di simile. Dopo, un bel piatto di frutti di mare, anch'essi di una qualità e delicatezza unici. Riconosco le cozze, le vongole, ancora qualche pezzetto di Centolla e poi altri mitili che non riconosco. Eleonora invece sceglie il trancio di salmone, devo dire che anche questa è una ottima scelta. Insomma abbiamo mangiato benissimo e speso una quarantina di euro in due, ottimo prezzo considerando che è uno dei migliori ristoranti di Ushuaia. Ora però a letto, che domani ci aspetta una giornata intensa. Hòla..

by Federico il sabato 18 settembre 2010 alle 15:38 Commenti ( 0 )




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