Messico:che bel viaggione!!!
Dopo le solite mille peripezie con la Delta airlines e una notte obbligatoria ad Atlanta(US), mamma mia e’ allucinante che ogni volta che malauguratamente passo per gli Us mi ci debba fermare.
4 ore di ritardo, giusto quelle che avevamo di coincidenza per Atlanta-Citta’ del Messico (DF). Atterriamo senza sapere neanche bene dove fosse Atlanta, fortunatamente apriamo uno di quegli orridi depliant riposti nei sedili e la nebbia dell’ignoranza inizia a diraradarsi, ormai avevamo capito che la notte era tutta di Bush e compagni!
L’aeroporto e’ enorme e di notte lavorano sono neri, incazzati neri, e come dar loro torto???solo che se la pigliano con noi e ad ogni nostra richiesta di informazioni, tipo:dov’e’ il desk della delta? dobbiamo aspettare i bagagli o rimangono qui? la risposta e’ sempre la medesima.I don’t know e right there!
Sviceriamo la matassa di cunicoli,train shuttle e tunnel e ci danno una maglietta bianca, uno spazzolino e un dentifricio monodose e ci mandano in uno di quei motel vicino all’aeroporto stile serial killer, tipo i film americani....che orrore....
intontite ed incazzate nere finiamo in una suite con moquette scura, tendone pesanti tirate ed un freddo della madonna, alla disperata cerchiamo conforto in una sigaretta, ma ovviamente niente accendino....andiamo alla reception a chiedere dei fiammiferi e la risposta e’:nobody smoke in Us!try to find a lighter RIGHT THERE!!!ma porco cane, right there negli US vuol dire tutto e niente. Ci spariamo un paio di isolati a piedi, con un freddo della madonna e entriamo in un altro motel, cavolo sono luoghi loschi e dediti al vizio almeno un cazz di accendino ce l’avranno...ed invece no....fortunatamente ci salva un autista di furgoncini che ci fa la morale su quanto il fumo possa nuocere ma almeno ci accende due misere sigarette dall’accendisigari del furgone!
Nel motel nn si puo’ neanche mangiare, tutto chiuso, si puo’ solo ordinare delivery!Dopo aver dato un occhio ad un orrendo menu corredato di foto di pizze di svariato colere:dal verde pisello al rosa decidiamo per fish and chips, era il meno peggio, Elena chiama per ordinare e chiede due bottiglie d’acqua, ma sorpresa l’acqua non c’è!solo coca cola e altre cose strane. Ordiniamo il menu’ small e ci arrivano 2 vasche da mezzo metro l’una piene di patatine grosse quanto pali della luce merluzzi da 2 kili a pezzo e gamberetti rinsecchiti fritti.....chissa’ il menu xl che dimensioni poteva avere!
il giorno dopo arriva presto e finalmente arriviamo a DF, una citta’ che non inizia e non finisce:30 milioni di abitanti....
Ci sistemiamo in un ostello nel quartiere Roma, tutto molto carino e pieno di gente socievole e amabile!
Ci spariamo immediatamente il museo-casa di frida kahlo e del marito muralista diego de rivera e ci rendiamo immediatamente conto di quanto sia originale ed appassionante la vita culturale messicana!Feticci ovunque, pagine di opere del comunismo, quadri colorati, pareti vivacissime ed un giardino meraviglioso. I messicani sono molto orgogliosi della loro storia e quindi i visitatori era tutti famiglie autoctone!
Passeggiamo per il quartiere e ci spariamo un frullatone di frutti mai visti:buonissimo!!!!
I giorni seguenti ci addentriamo nel cuore della città e scopriamo che i mezzi pubblici (metro inclusa) funzionano meglio che in Svizzera!
Passeggiamo per lo Zocalo e ammiriamo i murales di diego de rivera che raccontano le lotte contadine e la storia del Messico in maniera appassionante!
DF e’ una citta’ enorme, viva e vivace apertissima a nuove tendenze, dove i gay si baciano per strada e nessuno ci fa caso, solo noi italiane.
Dopo tre giorni di visite scappiamo a nord ad Anguangueo, paesino sulle montagne per vedere la migrazione delle farfalle:milioni di farfalle che svolazzano immerse in una vegetazione lussurreggiante:spettacolo da tenere nel cuore.
Dopo un viaggio di 14 ore approdiamo sulla costa pacifica, Puerto escondido, e ci piazziamo in una cabana gestita da 2 madrilegni fricchettoni e simpatici. la costa pacifica e’ bella e selvaggia, il mare è forte e pontente e lo si puo’ solo ammirare ma non toccare:onde di 3/4 metri, ci rinunciano anche i surfisti!
l’offerta di droga e’ alle stelle, infatti e’ un luogo fricchettone chimico, un fattone veneziano davanti alle onde del pacifico a mezzogiorno è capace di offrirmi cocaina!!!!cazz ma non sono mica in discoteca!una canna ci poteva anche stare ma il chimicume proprio no!
da puerto escondido ci spostiamo a ouaxaca, citta’ artistica e culturale molto viva e stimolante.Ci rimaniamo 2 giorni e capiamo che in Messico se cerchi un tabaccaio trovi una farmacia e se cerchi un ristorante trovi negozi di scarpe!
Ci vediamo pure uno spettacolo di danza contemporanea, di basso livello ma e’ interessante vedere che anche se non sei un nurajev puoi esprimere la tua arte!
A ouaxaca ci fermiamo a mangiare in un baracchino davanti alla stazione dei bus, socializziamo con un po’ di famigliole e ci offrono pure la cena!
Partiamo per il Chapas, san cristobal dove incontriamo Tania, una nostra conoscente che si e’ aperta una birreria artigianale insieme al suo compagno. Serate divertenti, massacranti passeggiate a cavallo e tanti indios!
Purtroppo il Messico e’ molto turistico e non abbiamo trovato la possibilita’ di vedere il lato autentico del paese, pero’ va bene lo stesso.
Da li’ ci buttiamo a Palenque, dove sotto una pioggia tropicale e torrenziale ammiriamo le Piramidi immerse nella foresta:spettacolo abbagliante!
da li’ decidiamo di fare un salto in Guatemala, a Tikal a vedre le rovine maya piu’ belle del mondo. Problema:il bancomat non ritira, solo visa!
Ci arrabatiamo con 100 dollari in due e scopriamo che, nonostante il guatemala sia visibilmente messo malissimo il quezal e’ piu’ fote del pesos e ci prendiamo un bel po’ di inculate....tutti sono pronti a fregarti, ogni scusa e’ buona per estorcerti dei soldi, insomma clima da regime poco gradevole. Le rovine di tikal sono spettacolari e riusciamo anche l’alba in cima ad una piramide con tucani svolazzanti, pappagalli in piene riunioni condominiali e scimmie urlatrici poco rassicuranti, una foresta viva dove nulla si distrugge e tutto si recupera.
Passiamo per il belize in autobus giusto per ammirare la fauna locale:mamma mia che bel popolo!
arriviamo a chetumal (MX) e tiriamo dritti per Tulum, sui caraibi messicani. Troviamo un indio di merida che ci affitta una cabana sulla spiaggia con il suolo in sabbia niente luce niente acqua!
Ci compriamo due amache ed il gioco e’ fatto!
Mare turchese, sole caldo e gradevole e il dondolio delle amache fanno 4 giorni di completo relax e riappacificazione con il mondo intero.
Grandi magiate di pesce, concerti di gruppi emergenti con la voglia di sfondare in Europa, tante illusioni e tante speranze.
In messico tutto ha il senso naturale delle cose, i gatti magiano granchi e topi, i pappagalli gracchiano e non ripetono parole stupide, le iguane si mangiano le uova delle tartarughe e la gente e’ cordiale e gentile.
Per me questa e’ stata una vacanza, non un viaggio, il messico e’ bello ed interessante ma e’ troppo turistico, io avevo solo 24 giorni e purtroppo non sono riuscita ad andare oltre. Chissa’ com’e’ veramente?? A me cmq e’ piaciuto
hasta luego!
Sono passati ormai 3 mesi dal mio consueto viaggio annuale, le idee si sono sbiadite, avrei dovuto scrivere prima...ma forse lasciar decantare le emozioni non è poi così sbagliato.
Quest'anno è toccato casualmente al Sud Est asiatico, più precisamente Tailandia, Vietnam e Cambogia.
L'idea iniziale era quella di andare in Senegal, a parte il Marocco non sono mai stata in Africa, quella nera, il Magreb è tutta un'altra Africa.
I miei soliti 24 giorni di libertà non bastavano a stare dietro alle lentezze africane quindi navigando su un noto sito di voli mettevamo a caso delle destinazioni, tra le quali bangkok! 520 euro, klm milano bankok andata e ritorno. Mano lesta sulla credit card e acquisto immediato del biglietto!
solo dopo aver effettuato meticolosamente tutte le operazioni ci siam chieste: ma dove stiamo andando?
con il tempo scopriamo che tante persone hanno fatto il nostro giro e fortunatamente riusciamo a mettere insieme un piccolo ma serratissimo schema di viaggio.
Il nostro volo parte da Malpensa in mattinata, arriva ad amsterdam nel primo pomeriggio e poi 6 ore d'attesa per il volo intercontinentale.
uscitina tattica in città con un fantastico trenino olandese super puntuale!
Il viaggio nonostante la lunghezza si fa corto, all'andata è sempre così!
Su consiglio di mio padre acciuffiamo un pulman pubblico appena fuori dall aereoporto e in mezz'oretta siamo a kaosan road.
kaosan road è la via dei turisti, una grande strada semi pedonale piena di bancarelle di ogni genere e pensioni anguste gettate una sopra l'altra.
Bangkok a prima vista sembra un formicaio, brulica di persone diverse e poco ordinate, il caos regna sovrano e ognuno fa cio' che puo' per riuscire a mettere un piede davanti all'altro.
fa caldo e l'umidità è a mille, altrochè la pianura padana!
Non si respira e orientarsi è un bel problema.
Kaosan road è incasinatissima e rumorossissima, quindi decidiamo di buttarci sulle viuzze laterali per trovare una stanza.
Ci orientiamo un po' con la guida ma è tutto pieno, quindi dopo un po' di giri ci fermiamo in un'angusta pensioncina con una stanza senza finestra, cosa che io odio tanto.
Pare pero' che le finestre a bankok siano veramente rare, tutto viene risolto con l'aria condizionata o con le classiche pale sul soffitto.
Ci facciamo una doccia, ci riposiamo un attimo e poi usciamo a cercare del cibo.
Finiamo in un ristorante vegetariano, ce ne saranno tanti, con uno stile un po' buddista.
mangiamo degli ottimi spring roll alla thai e ci beviamo un bel bicchierone di thè.
siamo troppo cotte per la nightlife di bankok e quindi ritorniamo in stanza a dormire.
l'aria condizionata mi ammazza quindi optiamo per le pale, ma al minimo dato che soffriamo di cervicale tutte e due.
il giorno seguente sotto il sol leone e un caldo insostenibile ci dirigiamo a piedi verso il palazzo presidenziale. passiamo per un singolare mercato del cibo dove si susseguono bancarelle che offrono dalle uova agli scarafaggi fritti, dai noodles alle cavallette, per non parlare poi delle granite di funghi.
E' tutto tremendamente nuovo e io non mi stanco di saziare i miei occhi con cotanta varietà di novità. Odori, sapori e colori tutto assemblato stranamente, nulla a che vedere con il mio mondo.
elena scatta milioni di foto, sembra impazzita, ma saranno preziosissime al ritorno, lo so e poi lei è veramente brava!
Il palazzo presidenziale è un tripudio di chic, tutto d'orato, stupa luccicanti e budda in ogni posizione, tutto trasmettono tranne che pace e tranquillità.
dopo qualche ora sono già stufa di tutto quel luccichìo ma ne vale cmq la pena.
Giriamo tantissimo e prendiamo i tuk tuk per spostarci. rischiamo la vita tutte le volte che li prendiamo ma è divertente.
il traffico a bankok non ha una sua logica, almeno all'inizio, poi la troveremo e pare che ognuno faccia un po' cio' che vuole, solo dopo qlc giorno scopriamo che i sono delle regole, non scritte ma ci sono.
la pollution è insopportabile tanto che molti tailandesi vanno in giro con le mascherine, un po' come in Cina e Giappone, ma l'avevo visto solo nei film.
le strade tutto sommato sono pulite e i tailandesi si fanno veramente gli affari loro.
Bankok è un nodo cruciale per chi viaggia in oriente, tutti prima o poi convergono lì.
c'è chi si è perso e continua la sua misera esistenza tra birre e donne, chi ha preso la malaria, chi traffica , chi vende e chi compra, pare che il meglio di tutto si trovi lì e non si sa neanche se arriverà in Europa.
la notte scivola liquida, travestiti che adescano giovani turisti americani, puttane che pretendono trattamenti di favore, giovani e vecchie accompagnatrici che si fanno pagare un drink o magari una vacanza in cambio di amore bugiardo.
A bangkok sono quasi tutti tatuati e pare che i migliori tatuatori siano proprio i tailandesi.
Per tre giorni giriamo come trottole rimbalzando da un luogo all'altro cercando di capire dove siamo.
lo shopping la fa da sovrano e le tentazioni per due modeste tasche come noi sono molte, ma ci imponiamo di fare tutto alla fine del viaggio.
dopo tre giorni scappiamo dal bankok e su un pulmino ci dirigiamo in Cambogia a Siam Rep, per vedere i templi di angkor.
Il passaggio dalla tailandia alla cambogia è evidente, la frontiera è proprio un luogo che non appartiene a nessuno, polvere, gente che mendica e nulla di strutturato, solo un casinò che appare come una cattedrale nel deserto.
Capiamo subito che questo è un luogo molto losco dove probabilmente passa di tutto sotto lo sguardo complice della polizia.
tra la cambogia e la tailandia passa la droga e anche tanta, ma non solo, il traffico di minori e prostitute è evidente ad occhi attenti e il casino' immagino sia un buon luogo di smistamento.
Dalla frontiera a siam rep passiamo per la terra di nessuno, una strada non asfaltata in mezzo al nulla, solo qualche casa quà e là sul ciglio.
i miei occhi attenti si posano sulle piccole casette fatte di legno e latta con bambine seminude che giocano in quei pochi acquitrini rimasti.
la sensazione è spiacevole, in quei luoghi, un tempo c'era la foresta e ora a ricordarla ci sono solo sparuti ciuffi di palme in mezzo a scomposti tentativi di coltivare il riso.
fa sempre caldo e l'aria è irrespirabile.
A siam rep su consiglio di una giapponese ci buttiamo in un ostello abbastanza giovanile tanto da farci sentire vecchie, noi coi nostri 31 anni.
il giorno dopo facciamo colazione e spendiamo più che dormire.
affittiamo una bici per un dollaro al giorno, paghiamo 20 dollari l'ingresso ai siti archeologici e ci tuffiamo nel libro della giungla.
i templi di angkor sono delle meraviglie imperdibili, sono quelle cose che una persona dovrebbe vedere prima di abbandonare questo mondo.
Eleganza, simmetria, maestosità, voglia di pace e di stupore allo stesso tempo.
Enormi radici che stritolano pezzi di pietra stanno a dimostrazione della devastante forza di una natura non domata, scimmie irriverenti e spavalde che rubano cibo e si burlano dei turisti. elefanti stanchi e assonnati che esprimono pero' tutta la loro vanità!
In cambogia facciamo in tempo a capire che la situazione è tragica, che il sesso viene venduto senza scrupoli e che la gente lo compra senza farsi il benchè minimo problema.
la miseria è tangibile e non si puo' certo far finta di non vedere.
Tutto è misero, anche lo sguardo spento della gente, che pare non abbia speranze e che si vede lontano un miglio che ha visto l'inferno:certe ferite secondo me non si rimargineranno mai.
Spuntiamo in Vietnam dopo aver attraversato il mekong, il grande fiume asiatico che paragonerei un po' al gange, anche se non l'ho mai visto.
In vietnam arriaviamo a saigon e ci impieghiamo 10 minuti ad attraversare la strada. armate di motorini impazziti invadono ogni angolo della città e non si fermano mai.
dopo qualche giorno affineremo la tecnica per attraversare a strada.
saigon non è bella, anzi, ci rimaniamo poco giusto il tempo di mangiare dei succulenti spaghettini per strada che vinceranno il premio best dish della vacanza.
veniamo catapultate ad hanoi, città dallo stile europeo, ci sentiamo a casa nostra e tutto ha un aria più familiare.
Il vietnam è strano, molto verde e molto orgoglioso. qui la gente non ti lascia in pace un minuto tutti cercano di venderti qualcosa anche i loro giornali(!!!!!).
La cantilena è sempre la stessa:madaaaam do u want to buy somethiiiiiing!!!si, si, tutto con questa cadenza, se ci penso mi rimbomba ancora nelle orecchie.
I vietnamiti son gente schiva e parecchio burbera, se possono evitano di parlare inglese, per ovvie ragioni, e tentano smpre di proporti il russo, peccato che lo sappiano in pochi.
Obbligate dall'organizzazione serrata, ci mettiamo nelle mani di una agenzia turistica, non potevamo fare diversamente, e ci facciamo portar a fare il classico giro della baia di A Long.
Il luogo è suggestivo, pareva di essere in un film sui pirati, grossi massi imponenti lanciati dalle mani di un ciclope in mezzo ad un golfo chiuso.
La barca procede lenta e i ritmi purtroppo vengono scanditi dalla guida che ci obbliga a tenere ritmi serrati.
Visitiamo delle grotte meravigliose piene di stalattiti e stalagmiti enormi e disegnate dal tempo con una singolare fantasia, molte sembravano drappi penzolanti, quasi scolpite dalla mano di un buon artista, invece gli artefici sono solo la grande natura ed il tempo, mani forti e sicure di sè!
trascorriamo la notte nella baia, dopo aver visto calamari giganti fluorescenti e piccole famiglie di pescatori che vivono accampate sulle loro barche.
la notte è suggestiva, ci appollaiamo sul tetto della barca e scrutiamo la luna e il suo riflesso nelle acque, da una barca vicino i soliti ragazzotti americani si dilettano con tuffi notturni, poteva benissimo trasformarsi in una scena dello squalo, da quelle acque torbine sarebbe potuto saltar fuori qualunque cosa......la cosa che mi ha stupito è che nonostante fossimo sul mare non c'era umidità e cullate da una brezza marina siamo giunte al giorno dopo.
il viaggio di ritorno verso Hanoi è stato un po' tormentato:prima la nostra caravella si incaglia e ci salva un'altra barchetta di turisti e poi ci si buca la gomma del furgoncino, imprevisti tutto sommato piacevoli.facciamo conoscenza di un tris di polacchi che elogiano la nostra cultura musicale,italian disco.....tipo Sabrina Salerno, Drupi e Spagna....inutile il nostro stupore! Sulla barchetta faccio la conoscenza di una chica spagnola che aveva fatto l'Erasmus in Italia e che ora insegnava spagnolo ad hong kong, fare la conoscenza di questa gente giramondo mi apre sempre il cuore e la mente.
Dopo hanoi prendiamo un trenino notturno che ci catapulta a Sapa, sulle montagne al confine con la Cina. Nella cabina facciamo amicizia con Myriam, una ragazza francese in giro per l'Asia da 6 mesi.
Myriam è una tipa un po' borghese ma simpatica, ci scambiamo un po' di informazioni e decidiamo di proseguire il viaggio insieme.
A Sapa piove da matti, sul furgoncino che ci porta in montagna facciamo comunella con Lisa, una psicologa tedesca che ha fatto l'università a londra, una tipina molto sveglia e navigata.
Ci ripariamo in una caffetteria aspettando che il tempo ci conceda la grazia, ma non ce la concederà, allora ci compriamo una super mantella e andiamo a contrattare per un furgoncino che ci porti in qualche villaggio tribale sperduto tra i monti.
La spuntiamo grazie alla giovane tenacia delle nostre due amiche. Il furgoncino inizia ad arrampicarsi su sentieri impervi, continua a piovere anche se a tratti il cielo ci concede qualche raggio di sole. Il paesaggio è meraviglioso enormi distese di risaie a terrazzamenti con bufale e maialini immersi nell'acqua. il paesaggio sembra disegnato da tanto è preciso.
Al villaggio veniamo placcate da un'orda di donnine in abito tradizionale e solo la nostra furbizia ci aiuta a seminarle.
Sapa sicuramente meritava più tempo ma la pioggia non ci ha dato tregua e quindi la stessa sera acchiappiamo lo stesso trenino e torniamo ad hanoi.
Ad hanoi ci fermiamo un paio di giorni, tempo di fare grandi compere di seta e oggettini tradizionali e poi prendiamo un aereo per Bangkok.
L'aereo fa ritardo, facciamo amicizia con una yenkee cilena e smezziamo il taxi per la città.
Completamente cotte passiamo la notte fuori aggrappate ai nostri zaini e finalmente osserviamo con occhi attenti la notte di bangkok.i nostri compagni di nottata a Kaosan road sono un gruppo di Ghanesi in tailandia per business, quale non l'abbiamo capito ma nulla di pulito.
i8 ragazzi sono i classici africani statuari e devo dire molto attraenti, dopo un mesetto di fisici esilini, una montagna di muscoli ed ardore fanno sempre piacere.
I ragazzi si sono comportati da gran signori, ci han fatto da angeli custodi tutti la notte e poi ci hanno lasciate andare verso la stazione dei pulmann sotto il loro sguardo protettivo, a volte anche chi non fa nulla di chiaro ha un cuore.
Ci buttiamo verso l'isola di ko tao ma per raggiungerla ci impieghiamo un giorno e una notte.
Attendiamo ben 8 ore in un imbarcadero abbandonato con una giovane coppia di spagnoli completamente alla frutta.
Lui era talmente fuori del mondo che non conosceva neanche Almodovar....non sono un'itellettuale ma......
Cmq l 'animalità di Dani ci aiuta a crearci una notevole nicchia sulla barca a scapito di un gruppone di yenkee tutte intente a farsi belle in una situazione assurda....le persone ci stupiscono sempre.....
Arriviamo a Ko tao di notte e facciamo l'alba davanti all'unico negozio aperto, il seven eleven, che ci ha salvato la vita più e più volte.
Tra un contrattare e l'altro prendiamo un pick up che ci porterà in un resort low cost sulla spiaggia. Affittiamo un bungalow sulla spiaggia per una manciata di dollari e ci tuffiamo nel blu!
L'isoletta è poco attrezzata, le strade sono sterrate e tutte le infrastrutture sono lasciate in mano a persone che sparano prezzi abbastanza alti per essere in Tailandia. Al mare i prezzi sono decisamente più alti anche se sempre relativamente.
Affittiamo un motorino che cade a pezzi da un tredicenne abbastanza sveglio e gentile e ci lanciamo alla scoperta dell'isola.
Non c'è molto da scoprire dato che le strade percorribili con un due ruote sono pochissime e le spiaggie migliori sono raggiungibii solo via mare.
un po' demoralizzate decidiamo di buttarci in un'agenzia per vedere di riuscire a fare un po' di snorkeling. L'agenzia è+ di un francese che si è sposato con un medico di Ko Tao e ormai passa lì almeno 6 mesi all'anno da anni!Che fortuna!
La sera ci trasferiamo nei localini un po' chic sulla spiaggia e ammiriamo fantastici spettacoli di giocoleria con il fuoco fatti da alcuni ragazzi di Burma.
Il modo che hanno gli orientali di muoversi è veramente affascinante, hanno un'armonia e una compostezza dei movimenti che è solo degna delle donne.Rimaniamo rapite per ore davanti a cotanto spettacolo.
Il giorno dopo finalmente salpiamo e ci lanciamo alla scoperta del mare tailandese:il più bello che abbia mai visitato!
Sott'acqua c'è un mondo meraviglioso, un tripudio di colori e di pescetti di ogni tonalità e dimensione. Sono molto curiosi ed irriverenti, si avvicinano e mi stuzzicano, mi circondano e mi nuotano davanti alla faccia. Io nuoto tranquilla e piacevolmente attratta dallo scricchiolio che i pesci pappagallo provocano sgranocchiando il corallo.
Nuoto piacevolmente fino a quando mi accorgo che sotto di me stanno nuotando due reef shark, di almeno 2 metri l'uno....non so perchè non mi spavento ma li seguo a debita distanza. Gli squali sono i miei animali preferiti,li amo e li temo allo stesso modo. Loro procedono fieri e consapevoli di essere in cima alla catena alimentare, sono pesci perfetti, macchine perfettamente progettate da Madre Natura.Il loro procedere è veloce e diretto ed infatti spariscono prima ancora che io mi accorga di star correndo un pericolo.
Inutile dire che di notte mi addormento piacevolmente stupita e cullata dal rumore delle onde.
Qualche giorno da party a Ko Tao da brave turiste occidentali per poi raggiungere Ko pha gnan per il full moon party.
KO pha gnan è un'isola meno fighetta e più savage, ci sistemiamo in un bungalow da sogno molto isolato e purtroppo non possiamo goderci il mare dato che piove a catinelle!
Non ero molto interessata al full moon party, non mi piace la musica elettronica ma alla fine siamo lì ed è stupido non partecipare.
Il full moon party si reivela un'ottima esperianza, balli sfrenati sulla spiaggia spettacoli con i fuochi e alcol a fiumi, io me la godo di meno perchè sono astemia ma mi diverto lo stesso e tiriamo così le 6 di mattina!
A fine full moon imbracciamo gli zaini per prendere la nave che ci porta a chum phong e poi devastante viaggio fino a Bangkok.
Ultimo dì nella capitale dedicato allo shopping sfrenato, tanto che giuro a me stessa di non farlo mai più e ci imbarchiamo sull'areo che ci riporta proprio il giorno di pasqua in patria!
Se ci penso ancora mi vengono le lacrime, un viaggio veramente particolare, ho sempre più voglia di oriente!