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i miei viaggi

venerdì 12 novembre 2010 alle 13:23

UZBEKISTAN - LA VIA DELLA SETA

uzbekistan

Ripercorrere la “via della seta agli inizi del terzo millennio significa ritornare con la memoria agli infiniti spazi dell'Asia Centrale, alle città di Khiva, Bukhara, Samarcanda, ai costumi e agli usi di popoli diversi, ma soprattutto a riassaporare la cultura del grande regno di Tamerlano

un volo di 6 ore mi porta in Uzbekistan il cui nome richiama la mitica via della seta

popolata da più di 2 milioni di abitanti, di cui almeno la metà di origine slava, la sua capitale tashkent è la città più sovietica dell’asia centrale, con grandi viali alberati e palazzoni in stile soviet.                 Occupata dai russi durante il XIX secolo è divenuta capitale della repubbLica uzbeka nel 1930.              Passo la giornata tra i pochi monumenti salvatisi dal terremoto del 1966,   tra cui il teatro dell’opera NAVOI  un mix tra lo stile sovietico e la tradizione artigianale uzbeka.                                                                   Dal punto di vista storico la via della seta è stata una via di scambi culturali prima ancora che commerciali.                                                                                                                                                        Marco Polo ha dato all'Occidente l'immagine più vera di un mondo pressoché ignoto quale era l'Oriente.            Nel Milione descrisse quelle civiltà lontane, scoprendole e rivelandole, per la prima volta, all'Europa.

visito  la madrassa di khast imom che ospita il centro religioso islamico dell’asia centrale, il cui gran muftì è l’equivalente islaMICO DI UN ARCIVESCOVO.

Nella sua biblioteca è conservato il corano di osman ritenuto il più antico del mondo.

Poi mi perdo per un paio d’ore nel mercato chorsu un enorme bazar dove si trova mercanzia di ogni genere                                                                                                                                                                                     Ricco di scenari forti e di grande fascino, L’uzbekistan evoca un orizzonte remoto Le cui genti turbolente furono per molti secoli predoni                                                                                                              Un Paese con città in cui storia e leggenda si fondono per raccontarci di luoghi ancora avvolti dal mistero.                                                                                                                                                Nello scenario di campi di cotone e frutteti,  Arrivo, accompagnata da una stupenda giornata di sole nella magnifica Khiva  racchiusa nel suo centro storico e rimasta ancora integra all’interno di  imponenti mura di cinta costruite in mattoni e fango risalenti al 12° secolo!!!.                                Superata Ota Davorza, la porta principale d’ingresso percorrendo Pahlavan mahmud  la via principale a destra si trova  la fantastica Madrasa di Mohammed Amin Khan, e il tozzo minareto kolta minor inserita dal 1990 tra i patrimoni dell'umanità dall'UNESCO Khiva è un museo all'aperto dove le diverse epoche  trovano espressione in monumenti notevoli e ben conservati E dove gli stili arabo e persiano con i loro eleganti cromatismi, i materiali preziosi, le tecniche di decorazione e di intaglio, si traducono in moschee, minareti, harem, palazzi.                                                                                                                                                             Nella grande piazza si trova la fortezza di kukhna ark La residenza reale e al suo interno.....un susseguirsi di meraviglie: una moschea, una scuderia, l'arsenale, la sala del trono, l'harem e le prigioni!!!! nel cortile principale Al suo interno, c’è aria di festa.  Un gruppo di acrobati si esibisce per i visitatori. Questi bastioni offrivano riparo alle carovane di schiavi arrivati da tutti gli angoli d’oriente per essere venduti proprio qui a khiva che ne era il mercato principale.                                                                               Schiavi e seta..: ovvero la ricchezza dei khan di khiva passati alla storia per la lora sanguinaria efferatezza.

Ma fu soltanto dopo la distruzione della capitale da parte di Tamerlano che Khiva rifiorì, diventando la capitale della Corasmia con una potenza superiore a Bukhara.                                                   ma quello che predominava nel commercio di questa città era il mercato degli schiavi.

proseguendo nel mio giro arrvo alla  MADRASSA di isiom huja                                                            AL SUO FIANCO  svetta il minareto il più alto di khiva decorato con piastrelle rosse e turchesi

Khiva si offre al mio sguardo come un perfetto set cinematografico per un film sui tartari. OVUNQUE UN TUMULTO DI Scintillanti CUPOLE TURCHESI SI LANCIA VERSO IL SOLE.

fa pensare all’orda d’oro dei figli di gengis khan, alla fiumana a cavallo degli unni, dei mongoli passati di qui mentre il sole, scrivono le cronache del tempo si oscurava per il mare di strali e il nitrito dei cavalli tappava le orecchie del cielo.

Khiva è un vero gioiellino nella sua dimensione di  borgo medioevale perfettamente conservato che ti lascia a bocca aperta ad ogni angolo di strada e non è difficile immaginare il via vai di mercanti di 700 anni fa                                                                                                                                                                  Davvero indimenticabile.... visito  alcuni tra gli edifici più belli della città e poi l'antico bazar                                Il momento è quello giusto per fumare il “Noz” tabacco finemente tritato, mescolato a volte con spezie e cenere, ma soprattutto tagliato con l’oppio.                                                                                                                                                                                  mi Aggiro  tra la città piena di vicoli, madrasse  moschee e palazzi in queste terre che furono del conquistatore gengis khan e del filosofo avicenna, dell’imperatore tamerlano e di                        al khorezmi l’inventore dell’algebra.                                                                                                                                       Un tempo mistica e salmodiante con le sue 44 madrasse, la khiva moderna fa fatica a recuperare il proprio passato islamico.  Un passato che affiora tra le colonne della moschea del venerdi la Jumà, la cui sobria e lineare BELLEZZA è UN OMAGGIO AD ALLAH, CHE SI NASCONDE IN QUESTA FORESTA DI 218 SOSTEGNI IN LEGNO DI OLMO.                                                                                                 Khiva è un susseguirsi di madrase che si fronteggiano con i loro portali e le loro torri, bastioni e minareti un tripudio di architettura timuride suggestivo con gli edifici storici racchiusi all’interno delle mura.Ma a Khiva il vero luogo magico è un altro!!!  E' il Mausoleo di Pahlavon Mohammed: uno degli  esempi più rappresentativi del patrimonio artistico di questa città.  cupole turchesi, camere in stile persiano, pareti ricoperte di maioliche...uno spettacolo...                                                                                               E nel cortile si sta allestendo un  altro spettacolo..                                                                                                                    Dopo aver girovagato tutto il pomeriggio mi concedo una pausa in una sala da the                                     Proseguo poi il mio giro, nell’Ichon-Qala percorrendo i suoi vicoli tortuosi per tutto il giorno, visitando minareti, madrase, palazzi e moschee fino al calar del sole quando salgo sulla sommità di un minareto da dove nel riverbero del crepuscolo si gode una vista superba Sulla città e le sue cupole e SUI BASTIONI A SERPENTINA CON FORME ONDOSE ORLATI DA RICAMI.                                         Khiva, alla luce del tramonto, sembra davvero la più bella città del mondo.                                                       Con dispiacere LASCiO KHIVA NELLA LUCE AMBRATA DEL PRIMO MATTINO E mI INOLTRO IN UN RETTILINEO LUNGO 500 KM spazzati dal vento che soffia daLLA vastità sabbiosA del Kizil-Kum Desert  La via è una scorpacciata di scorci e paesaggi, che portano poi alla città più sacra di tutta l'Asia centrale: Bukhara.                                                                                                                                           Bukhara mi appare come una splendida regina in ocra e sabbia. Una porta aperta su un altro tempo una città museo con la storia che si perde nel passato antico.                                                                                     giungo alla fortezza dell’emiro chiamata ark la più antica struttura di bukhara che colpisce per le sue alti e possenti mura   ma il cui interno è ormai in rovina. contiene al suo  interno stanze padiglioni moscheee e vari musei. Il centro della città storica è un gioiello. la meta più ambita e più  bella dal punto di vista architettonico è il mirareto kalyan il più alto dellìasia centrale con i suoi 47 metri, opera davanti alla quale anche gengis khan si inchinò. Non può mancare anche una visita all’adiacente moschea kalon. Dichiarata dall’unesco patrimonio dell’umanità bukhara  è una Città splendida, unica, piena di edifici millenari, madrase, fortezze reali... che per secoli è stata una delle più importanti città DELL’Uzbekistan,                                                                                                                                                                  Di fronte si trova la madrasa di Mir-i-Arab, qscuola islamica molto frequentata attiva ancora oggi.            Altri sito di grande interesse è il Mausoleo di Ismail Samani, fondatore della dinastia dei Samanidi, costruita con mattoni in terracotta;                                                                                                                 Bukhara divenne famosa come Khanato vide svilupparsi sua economia grazie ai ricchi traffici mercantili  La città divenne così un importante centro religioso dell'Asia  Si costruirono numerose moschee e madrase che testimoniano ancora oggi il splendido passato.                                                            Un altro gioiello cittadino un pò fuori mano e raggiungibile attraverso vari vicoli è il chor minor ovvero i quattro minareti in persiano tagico  dove un tempo sorgeva una madrasa ed oggi rimane solo il corpo di guardia con 4 torri. Il luogo è bello soprattutto perché nascosto in  un labirintico quartiere povero per fortuna sfuggito ai restauri

Bukhara  è un vero gioiello   da non perdere con la sua parte vecchia ancora abitata circondata da gelsi millenari                                                                                                                                                          sulla piazza di Lyab-Hauz circondata dai tavoli di ristoranti SI AFFACCIANO  antichi palazzi ED  edifici religiosi  La madarsa di Nadir Divanbegi presenta attorno al portale un elemento eretico: due grossi uccelli che tengono una pecorella tra gli artigli, rivolti verso un sole con la faccia mongola.  All’interno, la corte piena di negozi è occupata dai tavolini dei caffè Nel giardino di fronte i bambini si fanno fotografare  Da questa piazza gironzolando per la citta vecchia  si finisce in un labirinto di viuzze strettissime, gallerie coperte da cupole un groviglio di vicoli commerciali e mini bazar                                                                         I fratelli Polo, Matteo e Nicolò, all’epoca del loro primo viaggio in Oriente, ancora senza Marco, furono costretti a rimanere per tre lunghi anni assediati in questa città a causa dei continui combattimenti tra i tartari La breve descrizione scritta che lasciarono e d’attualità ancor oggi..                                                                                                                                                             
“[…] si arriva a una città chiamata Bukhara, che è grande e nobile molto. Quivi è un mercato ove fanno capo tutte le costose merci dell’India e della Cina, con molte pietre preziose, con molti tessuti grossi e buoni, vi sono inoltre abbondanti spezie. Cè insomma in quel luogo un tale via vai di merci che è una cosa meravigliosa a vedersi. In ogni giorno di mercato tutte le piazze sono riboccanti di uomini. Si spaccia ogni cosa. I mercanti sono numerosi e le merci abbondanti. […]”                                                                            Appena fuori bukhara si trova inceve il grandioso complesso architettonico di  Chor-Bakr, che ricorda l’imam 
Sayyed Abu Bakr e i suoi 3 fratelli diretti discendenti di maometto Il complesso raCCOGLIE DIVERSE STRUTTURE . un insieme di necropoli, una moschea del venerdi, tombe,  ed un edificio per ritiri mistici                                                                                                                                                       PRIMA DI LASCIARE definitivamente  BUKHARA  visito il palazzo estivo dell’ultimo emiro alim khan si tratta di un meraviglioso esempio di kitck un insieme composito di architettura russa e di artigianato locale uno strano cocktail di eleganza e pacchianeria con diverse sale riccamente decorate che attualmente ospitano diverse esposizioni tra cui una dedicata alle porcellane asiatiche e quella che ripercorre la storia  dei costumi tipici e delle calzature tradizionali della regione                                           Partiamo per  shakhrisabz, attraverso le colline dello Zerravshan.Superata BUkhara il paesaggio si fa più brullo, scompaiono le coltivazioni sostituite da bassi cespuglietti e campi spelacchiati. Diventata strada nevralgica, durante l’invasione sovietica dell’afganistan, da qui passavano truppe e rifornimenti militari.                                                                                                                                                                 Shkhrisabs, in tagiko città verde, città natale di TAMerlano è una città richissima di atmosfera.È sua l’enorme statua bronzea che troneggia negli antistanti giardini                                                                          All’epoca chiamata kesh era importante quanto SamarcandaSalito al potere, tamerlano infatti la arricchì di splendidi monumenti di cui, oggi purtroppo si possono ammirare solo le imponenti rovine come la gigantesca entrata dell’ak saray, il palazzo bianco utilizzato come residenza estiva.Sempre a shakrizabs tamerlano fede erigere anche il complesso di khazrati imam in cui riposano due dei suoi quattro figli.                                                                                                                                            Attraversando ampi giardini dove fioriscono erbacce e rose, si giunge infine nella  bellissima moschea di kok-gumbaz dalla cupola turchese che brilla nel sole.Ospita il mausoleo dello sceicco shamseddin kulyal precettore spirituale di tamerlano le cui spoglie furono invece sepolte a Samarcanda                                               Riprendo il viaggio e, quasi di colpo, il paesaggio cambia diventando verdissimo DOLci colline, villaggi ben tenuti di pastori, greggi al pascolo.Anche l’aria diventa più frizzante, le montagne ancora sullo sfondo apportano una temperatura molto gradevole                                                                                                    .Proseguiamo il viaggio tra piantagioni di cotone e villaggetti fino ad arrivare alla mitica  Samarcanda. La sua mitica risonanza, resa immortale da poeti, scrittori e viaggiatori, è forse unica al mondo.                                                                                                                                                         Samarcanda richiama alla mente la “via della seta” come nessun’altra città asiatica e più di ogni altra città al mondo richiama alla mente il viaggio.All’arrivo mi assale una sensazione strana, quella di visitare una città leggendaria, ma nota solo per la magia del suo nome e in realtà del tutto sconosciuta                          inizio La visita della città partendo dall'osservatorio astronomico che fu fatto costruire  nel 1420  da  Ulugh Beg nipote di TAMERLANO  IL QUALE  governò il paese e la sua capitale per 40 anni.

Creò varie scuole scientifiche dedite allo studio della matematica e dell'astronomia.                            Ordinò anche la costruzione di un grande osservatorio CON GLI STRUMENTI Più PERFETTI dell’epoca.  PROSEGUO le visite con le rovine di Afrasiab e LO SPLENDIDO  museo con affreschi del 7°secolo.La fama della città è legata a quella di Timur lo zoppo, cioè Tamerlano, il quale nacque a Kech, a pochi chilometri da Samarcanda, nell’aprile del 1336.                                                                                                 nel 1369, Tamerlano, la scelse come capitale del suo regno. E decise di renderLA una città stupenda Per 35 anni la città fu ricostruita e fu piena di cantieri con artigiani e architetti provenienti dalle parti più disparate dell'Impero timuride                                                                                                               Proseguendo si raggiunge Shah-i-Zinda, un viale di tombe monumentali, forse il luogo più suggestivo di Samarcanda. La lunga scalinata che porta alle tombe è un via vai di pellegriniIn cima alla salita si trovano alcuni dei mausolei più antichi, di altissimo livello tecnico ed estetico: la moschea e il mausoleo di Tuman Aka, giovane moglie di Tamerlano, il mausoleo di Kodja Ahmad e quello di Kutlug Aga. A fianco, il mausoleo di Kutlug Aka, una delle mogli di Tamerlano, presenta un portale con stalattiti Poco oltre l'ingresso sorge invece il mausoleo di Shadi Mulk Aga in cui è sepolta la giovane nipote di Tamerlano, magnifico sia esternamente che internamente, nel ricco e complesso mosaico della cupola.E' sublime passeggiare in silenzio con il caldo sole del pomeriggio che scende verso il tramonto per le sue stradine fiancheggiate da tombe monumentali nelle quali la raffinatezza delle decorazioni in stucco e maioliche raggiunge livelli di raffinatezza elevatissimiIl viale è chiuso in fondo dal mausoleo di Khodja Akhmad, uno dei più antichi, prototipo per gli altri con la sua forma a cubo sormontata da una cupola. Le facciate sono  splendidamente decorate da smalti verdi e bluUna moschea ospita la tomba di Kussam-ibn-Abbas, il cugino di Maometto che diffuse l’Islam da queste parti.Il luogo è considerato un’importante meta di pellegrinaggio e tre visite equivalgono a una alla Mecca. Il mausoleo di Alikm Nafasi ha un interno fantastico, ricoperto interamente da splendide mattonelle bianche, azzurre e dorate che ci lasciano a bocca aperta.Il tutto è di una bellezza così perfetta da togliere il fiato: tutte le possibili forme e sfumature del blu, del celeste, del turchese, del bianco e del verde ricoprono le facciate delle tombe.Lasciata la necropoli e SUPERATO  il MERCATO  COI SUOI  affascinantI colori                             proseguo  La visita di Samarcanda lungo Tashkent street per arrivare alla grandiosa Moschea di Bibi-Khanym  fatta costruire dalla moglie cinese di Tamerlano Il portale d'ingresso misura 35 m di altezza, è largo 18 m, i minareti raggiungono i 50 m: ciononostante le dimensioni non soddisfecero appieno l'ambizione di Tamerlano mentre noi, visitatori del XXI sec., restiamo a bocca aperta. La moschea è tuttora molto frequentata anche dagli uzbeki in quanto, nel cortile, si trova un enorme leggio dove, un tempo, veniva posato il Corano di Osman, il Corano più antico del mondo del peso di 300 kg e ora conservato a Tashkent.Tornando verso la città vecchia, superata un’imponente statua di Tamerlano seduto sul trono, visitO il bellissimo Mausoleo di Gur Emir dove è sepolto Tamerlano e la sua dinastia. Un capolavoro assoluto è la cupola del mausoleo:  64 costoloni color azzurro-turchese che svettano dall'alto tamburo su cui campeggia una scritta in caratteri bannai.L’interno del mausoleo è di una ricchezza estrema, dominato dall’oro delle decorazioni con arabeschi e stelle. In mezzo si trovano LE tombe, anzi cenotafi, tra cui il sarcofago di Tamerlano ricavato in un grosso blocco di giada. Una semplice lastra di marmo è la lapide di Ulug Beg, il nipote di Tamerlano appassionato di astronomiaIl volto di Samarcanda,   reca il segno profondo della presenza di Tamerlano.                                                                                                               Il centro per eccellenza è il Registan (letteralmente “palazzo della sabbia”), luogo di commercio in età medievale                                                                                                                                                                 circondato da madrase imponenti e centro commerciale della città nel medioevo...è  davvero di notevole atmosfera.. I motivi geometrici sono solo parzialmente interrotti dai mosaici della facciata della madrasa di Shir Dar su cui è rappresentato un leone Piazza Registan è superba con tre dei suoi quattro lati occupati dalle madrase d’Ulug-Beg, di Shir Dar e Tilla-Kari.                                                                                                                                                                                    La simmetria delle facciate e l’eleganza delle proporzioni, insieme alle mattonelle smaltate verdi e blu, creano un’apoteosi di colori.                                                                                                                                                                                                                                                                  Ovunque, poi, motivi decorativi riproducono frasi in caratteri arabi, raffinati mosaici e arabeschi.

Samarcanda è il Registan e il Registan è Samarcanda, i fragori della leggendaria città sono rinchiusi tutti quiMolte stanze interne delle madrasse sono occupate da negozi di oggetti artistici e di souvenir di ogni tipo Il guardiano, per una modica mancia mi fa salire attraverso una ripida scala a chiocciola in cima al minareto dal quale si gode una splendida vista sulla piazza e l’interà città la sera di nuovo al Registan, con il buio mE La trovO  DI fronte all'improvviso, Ed è una sensazione da mozzare il fiato. l’impatto con lo spettacolo di suoni e luci è davvero molto scenografico sembra di essere dentro una fiaba delle mille e una notte, all’interno della storia  evoca  che battaglie e uomini   a cavallo  cOn alla testa TAMERLANO                                                                                                                                                      Con questo breve racconto sulla magica Via della seta, Ricca di scenari forti e di grande fascino, spero di far rivivere il Paese del grande condottiero TAMERLANO.                                                                                                        

 

by morenita ruggi il venerdì 12 novembre 2010 alle 13:23 Commenti ( 0 )




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